Maratona di Londra
Eliud Kipchoge e Brigid Kosgei dominano la London Marathon 2019, prestazione monstre dell'azzurro Yassine Rachik
Sono i keniani Eliud Kipchoge e Brigid Kosgei i vincitori della 39ma edizione della London Marathon andata in scena domenica 28 aprile alla presenza di oltre 56mila runners. Kipchoge, primatista mondiale e campione olimpico, farà la differenza negli ultimi chilometri stampando uno straordinario 2h02'38" che vale il secondo tempo della storia e, ovviamente, il record della gara. Una 42.195km quella di oggi che rimarrà nella storia con prestazioni all-time anche per Geremew e Washiun, il grande 2h05'39" di Mo Farah che sfiorerà il suo primato europeo e lo straordinario 2h08'05" dell'azzurro Yassine Rachik (9°), quarto italiano di sempre e proiezioni che a lungo avevano fatto tremare il primato italiano di Stefano Baldini
Al femminile domina la Kosgei che nella seconda parte lascerà sul poso la campionessa uscente Vivian Cheruiyot chiudendo in 2h18'20".
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I RISULTATI DEGLI ITALIANI
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La gara si era aperta con passaggi monstre di 29'01" ai 10km e 1h01'37" alla Mezza con Kipchoge che, dopo lo stop delle lepri, sembrava incitare i suoi avvversari a spingere. Il primatista mondiale e campione olimpico trascinerà nella sua cavalcata gli etiopi Mosinet Geremew, Mule Wasihun e Tola Shure Kitata; Mo Farah sarà invece autore di una gara più intelligente che lo porterà a correre praticamente sempre fuori dai riflettori ma sempre in scia della testa della corsa.
Kipchoge, sembrato sempre in grande controllo, si limiterà a tenere alto il ritmo senza strappare e passare ai 35km con l'intermedio di 1h41'55". Il primo ad alzare bandiera bianca è Kitata con il campione keniano che a 2km dal traguardo metterà i piedi sull'acceleratore provocando il crollo di Wasihun. Geremew proverà in tutti i modi di restare in scia a Kipchoge che tuttavia si dimostrerà il più forte andandosene via per tagliare il tragaurdo in solitaria. Geremew non sarà però da meno ed il 2h02'55" si collocherà al terzo posto all-time davanti anche all'ex primato mondiale di Dennis Kimetto; podio completato da Mule Washium (2h03'16").
Capitolo a parte lo merita l'azzurro Yassine Rachik, lo scorso anno a sorpresa a medaglia agli Europei di Berlino e quest'oggi autore della gara perfetta: 29'49" ai 10km, 1h03'20" alla mezza e 1h29'10" ai 30km in una cavalcata che lo ha visto davanti al forte britannico Callum Hawkins (2h08'14) ed addirittura davanti all'ex primatista del mondo Wilson Kipsang (2h09'18"). Il 2h08'05" finale migliorerà di oltre 4' rispetto alla prestazione fatta segnare agli ultimi Europei.
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Gara femminile inizialmente atipica rispetto a ciò che siamo abituati a vedere nelle Maratone Major con primi riscontri relativamente lenti e la sorprendente australiana Sinead Diver ad andarsene insieme alla lepre Euniche Chumba. Dopo un passaggio di 33'28" ai 10km e di 1h11'21" alla Mezza il gruppo delle big riprende la generosa atleta nata in Irlanda con Brigid Kosgei e Vivian Cheruiyot che rompono gli indugi prendendo un discreto margine di vantaggio sulle fortissime Dereje, Keitany e Cherono.
Al 35mo chilometro (1h55'48") se ne va Brigid Kosgei, vincitrice lo scorso anno a Chicago, con le altre incapaci di tenere il suo ritmo. La Kosgei non avrà praticamente avversarie nell'ultima parte di gara e finirà per dominare in 2h18'20" migliorando il suo primato personale di 15". Finirà lontana la Cheruyot, campionessa uscente, che chiuderà in 2h20'14" condividendo il podio con l'etiope Roza Dereje (2h20'51"), che si aggiudicherà un bello sprint contro Gladys Cherono (2h20'52") e Mary Keitany (2h20'58").
Bravissima la statunitense Emily Sisson, sesta in 2h23'08" all'esordio sulla distanza dopo una brillante carriera in pista, la Diver finirà in un comunque ottimo settimo posto (2h24'11") mentre la prima europea è la portoghese Carla Salome Rocha (8° in 2h24'47"); in ambito britannico c'è l'11mo posto di Charlotte Purdue con il primato personale di 2h25'38".
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