Run Rome the Marathon

Ecco chi si è aggiudicato la Coppa degli Ultimi della Maratona di Roma, Ermias Ayele completa la gara a piedi nudi come Bikila

Foto di Phototoday


Lo spirito democratico della maratona permette, in un evento come Acea Run Rome The Marathon, di raccogliere tante emozionanti storie. Ha corso a piedi nudi in memoria del campione olimpico Abebe Bikila l’etiope Ermias Ayele che ha tagliato il traguardo in 4h26’15”, nonostante un problema causato da una scheggia di vetro al km 10, in un clima di commozione generale dal profondo significato storico. All’arrivo un’ampia delegazione etiope.

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Sono molto onorata di essere qui oggi e vorrei ringraziare gli organizzatori dell’evento ma anche quanti hanno collaborato alla realizzazione delle Olimpiadi 63 anni fa, quando Abebe Bikila conquistò la vittoria a pedi nudi. Il successo di Bikila è il riflesso dell’eroismo e della determinazione del popolo etiope e ha significato molto per le relazioni tra Italia ed Etiopia consolidando la collaborazione tra i Paesi. Mi congratulo con Ermias e con tutti e vi invito ad onorare il vostro stesso impegno con un applauso”, ha detto l’Ambasciatrice Etiope in Italia Demitu Hambisa.


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Brillante come sempre la prestazione della supercoppia padre-figlia Paolo e Sara Vargetto che, nel giorno della Festa del Papà, si è regalata un altro traguardo condiviso con una famiglia allargata, il gruppo dei runner che ha voluto tagliare il traguardo in 4h00’.

C’è stata l’allegria contagiosa di Sammy Basso e dei Sammy Runners che hanno portato a termine la loro missione con il supporto dell’intera città.

Ha commosso anche Antonio Rao (Atl. Monte Mario) che ha conquistato il primato nazionale di specialità per la categoria M90 tagliando il traguardo in 6h14’43”. Coppa degli Ultimi assegnata al “Senatore, così è definito chi ha corso tutte le edizioni, Romano Dessì (Podistica Solidarietà) ultimo podista che ha transitato in Piazza Pio XII-Pizza San Pietro, come simbolo di perseveranza, tenacia e di eguaglianza con i primi classificati. Il riconoscimento è stato voluto da Erwin Alfredo Bendfeldt, guatemalteca fuggito durante la dittatura grazie all’intervento di un prete e che ora vive a Roma assistito dalla Caritas e da qualche buon amico.


19/03/2023