Gobi March
250 km nella terra di Gengis Khan: l'ultra runner ravennate Alberto Marchesani al traguardo della Gobi March
Nelle steppe della Mongolia, ai margini del deserto del Gobi, tra soffici dune sabbiose, antiche foreste e la rocciosa Valle dell'Orkhon, patrimonio mondiale UNESCO, ha portato a termine, in autosufficienza, una nuova incredibile ultramaratona a tappe, dove la passione per la corsa incontra il valore della fatica nella sua accezione più introspettiva e catartica.
A tagliare il traguardo della Gobi March l’ultra runner ravennate Alberto Marchesani, un vero e proprio viaggio di 250 km in 6 stage nella cultura autentica di un paese dalle tradizioni nomadi, condiviso con 120 partecipanti provenienti da 31 nazioni nel mondo. “L’ultra più emozionante che abbia fatto ad oggi, capace di farmi comprendere ancora una volta come, seppur piccoli e limitati, siamo parte di una vastità immensa e meravigliosa - racconta Marchesani - Una prova in costante progressione, conclusa anche con un buon 29° piazzamento”.
Ma quali sono stati i momenti più difficili da superare? “Non dimenticherò mai la prima giornata, partita alle 8 con 30° all’ombra: tra il caldo e i 10 kg di zaino sulla schiena, al 15° km sono andato in ‘fame d’aria’ e, a causa di una leggera disidratazione, dopo 5 km mi sono sentito male. Grazie a un bastoncino prestato da un runner greco, ho raggiunto il checkpoint per riposare ed essere assistito da un medico. In seguito ho concluso la tappa, da cui si sono ritirati in dieci. Nella quarta, la più lunga da 80 km, ci hanno avvisato al 76° km dell’arrivo di una tempesta di fulmini. Con poncho e lucetta frontale ho cercato di affrontare i km finali, correndo e accovacciandomi per proteggermi, fino a quando, a 750 m dal traguardo, sono stato improvvisamente trascinato nel furgone dello staff, che aveva deciso di sospendere la corsa”.
Viene da chiedersi “chi te lo fa fare?”. “È un’esperienza che si costruisce con la programmazione ma devi essere disposto a stravolgere in un attimo tutti i piani, adattandoti ai cambiamenti - prosegue Alberto - Con il tempo sono diventato consapevole della fatica che devo sostenere e la so dosare: è una grande alleata perché amplifica la sensibilità e ti permette di scavare nel profondo. E poi arriva sempre il momento liberatorio, per me l’ultima tappa di 42 km: temperatura ottima, zaino leggero e un paesaggio completamente diverso con tanto verde, dolci montagne e persone deliziose circondate da cavalli, mucche, pecore, cammelli. Mozzafiato l’arrivo al monastero buddista di Erdene Zuu vicino Karakorum, antica capitale mongola, festeggiato con un banchetto dei locali".
LA PASSIONE PER L’ESTREMO
Negli anni il 47enne ha messo alla prova i propri limiti in varie ultra in autosufficienza, sfidando i quattro elementi naturali: dopo l’atmosfera glaciale della Siberian Ice Half Marathon, affrontata nel 2015, si è lanciato nel 2019 nella brutale primordialità della Fire & Ice Ultra islandese, 250 km in 6 giorni. Ma ha trovato nel deserto la sua connessione più autentica, inanellando imprese uniche: la Oman Desert Marathon nel 2017, 165 km in 5 tappe nelle immense Wahiba Sands, la mitica Marathon des Sables nel 2022, 250 km in 6 tappe nel Sahara marocchino, e la Namib Race nel 2024, 250 km sempre in 6 stage tra le dune più antiche del mondo. Immancabile nella penisola la partecipazione a due edizioni della 100 km del Passatore.
LA SUA EPICA DELL’ACQUA
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Queste avventure hanno spinto Alberto, nello stop imposto dall’era covid, a ripercorrere i luoghi dell’infanzia adriese, dando così vita all'Epica dell'Acqua: nei 100 km in 3 tappe nel Delta del Po Veneto runner e camminatori accompagnano da sud a nord il fiume più lungo d’Italia nel suo Delta, immersi nel suggestivo basso Polesine. Tra argini, strade bianche, pinete e ponti di barche, condivideranno, per il terzo anno dal 17 al 19 ottobre, 30 km giornalieri, abbandonando ogni spirito competitivo per lasciare spazio solo alle emozioni.
La manifestazione, organizzata dall’ASD Gli Epici, è realizzata grazie al sodalizio con i main partner Isola di Albarella, Parco Naturale Regionale Veneto del Delta del Po e Grundfos, insieme ai patrocini di Regione del Veneto, Veneto Agricoltura, Confartigianato Polesine, Provincia di Rovigo, Città di Rosolina, Città di Adria, Città di Porto Viro, i Comuni di Porto Tolle e Taglio di Po, Camera di Commercio di Venezia Rovigo, AIPo Agenzia Interregionale per il fiume Po, GAL Delta Po e acquevenete.
03/07/2025
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