Trofeo Vanoni

Al via del Trofeo Vanoni, gara internazionale di corsa in montagna, Lucy Murigi e tutti i big della nazionale azzurra

La prima volta di Lucy Murigi al Vanoni nell’anno dell’edizione super. Gli organizzatori del CSI Morbegno, dopo essersi garantiti gli azzurri della corsa in montagna, il podio del Campionato italiano e la vincitrice della Coppa del mondo, rilanciano alla grande e offrono a Morbegno e a tutti gli appassionati di corsa in montagna qualcosa di veramente eccezionale: Lucy Murigi, la campionessa del mondo 2017 e 2018, vincitrice della Sierre-Zinal nei medesimi anni e quest’anno prima alla Smarna Gora, mette una seria ipoteca anche sul Vanoni femminile e pure il record di Emmie Collinge potrebbe vacillare.

Sì, avete letto bene: la gazzella keniana che ha trionfato al Mondiale di Premana e di Canillo sarà al via del 36° Vanoni femminile domenica 27 ottobre 2019 alle ore 11.00.

Parterre de roi? Sfilata di stelle? Ditelo come volete. A Morbegno quest’anno sarà spettacolo puro e veramente potrebbe scapparci il record. Individuale? A squadre? Femminile? Si accettano scommesse. “Siete tutti invitati a Morbegno – dichiara un euforico Giovanni Ruffoni – quest’anno veramente abbiamo fatto il botto”. Per gli atleti “normali” la possibilità di gareggiare fianco a fianco con i top runners, per gli appassionati e tifosi la gioia di incitare e vedere dal vivo i migliori specialisti del panorama mondiale.


La starting list si sta definendo e dopo le conferme delle squadre straniere che sono arrivate in largo anticipo, stanno arrivando anche le iscrizioni delle squadre italiane. “Devo ringraziare la Fidal e i responsabili del settore corsa in montagna Paolo Germanetto e Tito Tiberti per aver scelto Morbegno e il Trofeo Vanoni come sede del mini-raduno della nazionale – le parole di Ruffoni - gli azzurri riceveranno tutto il calore del nostro pubblico e sono sicuro – continua Ruffoni – che sarà la giusta carica per affrontare un Mondiale super motivati e competitivi”. Al “Mondiale delle foglie morte”, in attesa di quello argentino, gli azzurri saranno ovviamente al via con la canottiera dei propri club. E questo aggiunge pepe alla gara in quanto si affronteranno le tre squadre che sono salite sul podio del Campionato italiano di corsa in montagna a staffetta: Atletica Valle Brembana (trascinata dal detentore del record Alex Baldaccini), Corrintime (capitanata da Bernard Dematteis che alla Snowdon Race ha vinto il Memorial G.P. Bottà) e Atletica Valli Bergamasche Leffe (vincitrice nel 2017). Outsider di lusso i Falchi Lecco (prima squadra italiana nella passata edizione), i Tornado (squadra rivelazione quest’anno) e La Recastello Radici Group (seconda nel 2016). Loro, insieme alle squadre straniere più agguerrite come i francesi e i britannici (primi e secondi lo scorso anno), ingaggeranno una lotta che potrebbe, per la prima volta dopo 12 anni, portarle vicino al record a squadre. Quel monumentale 1h28’55” siglato dal GS Forestale dei tempi d’oro con Rinaldi, Manzi e De Gasperi.

Con il meteo che prevede bel tempo, un percorso tirato a lucido e l’elevato tasso tecnico, il 27 ottobre a Morbegno si vedranno le scintille. Proprio per questo, tutti gli appassionati di corsa in montagna devono esserci perchè sarà un’edizione che resterà negli annali. “Il valore del Trofeo Vanoni – ci tiene a precisare Ruffoni – sta nel fatto che è la gara di tutti: dei campioni protagonisti a livello internazionale, degli appassionati che gareggiano ogni domenica a livello locale, dei ragazzi che possono vedere da vicino i loro idoli, sognando di poterli emulare un giorno, dei tifosi che trasformano il percorso in uno stadio naturale e di tutta la comunità di Morbegno che viene contagiata dalla “febbre Vanoni”. Il fattore “staffetta” poi è un ulteriore valore aggiunto perché l’emozione di correre non solo per sé stessi, ma anche per i compagni di squadra, la possibilità di giocarsi il piazzamento fino all’ultimo, la scelta strategica dell’ordine di partenza dei frazionisti, fanno di questa gara un evento unico e apprezzatissimo a livello europeo”.

“L’unico rimpianto è che Gianpietro Bottà non sia qui con noi a godersi lo spettacolo, sarebbe stato al settimo cielo”.


IL PERCORSO (commento dell’allenatore Gianni Fransci)

Come sempre alla partenza del Trofeo Vanoni aleggia un refolo di leggera tensione, parte integrante di una gara che riesce a coinvolgere emotivamente e fisicamente atleti e spettatori. Appena superata la linea di partenza in pochi minuti si giunge nella contrada Cima Case, l’elegante fondo in porfido cede il posto ad un ciottolato sconnesso e antico: si aprono le porte sull’inizio della Via Priula dove lo scorso anno è stata posta la targa con la frase più celebre di Gianpietro Bottà “A Morbegno nessuno è estraneo, l’unico estraneo è l’amico che non abbiamo ancora conosciuto”. La pendenza si fa via via più severa, chi avrà scelto una partenza veloce si accorgerà ben presto di quanto impegnativa diventi. Cuori che battono forte, gambe tese nello sforzo che troveranno ristoro solo dopo aver raggiunto il primo pianoro vicino al Tempietto. La strada prosegue, asfaltata e pianeggiante, per alcune centinaia di metri, s’infila sinuosa nella parte più selvaggia del percorso scavata com’è sul fianco della gola del Bitto, solo fitti castagneti riescono a nasconderne la brutale bellezza. Per i concorrenti il panorama è un optional, devono decidere quante energie spendere per accelerare e quante riservarne al successivo e famigerato Dosso. Uno stretto ed erto sentiero nel bosco che imboccato d’un sol colpo costringe gli atleti ad un ulteriore e violento cambio di ritmo. Sale veloce ed in pochi tornantini, il sentiero, ma per gli atleti l’impegno è quasi massimale, si sbuca dal bosco e qui il percorso femminile, che fino ad ora collimava con quello maschile, inizia la sua parte di discesa. Gli uomini girano a destra e ritrovano la Via Priula lasciata alcuni minuti prima, ma questa volta regala un falsopiano sterrato incorniciato da verdeggianti prati, chi ha ancora le gambe in buono stato accelera nuovamente, chi le ha meno lo sfrutta per respirare. Poche decine di metri e la strada riprende a salire nel bosco per tre interminabili tornati. Giunge nuovamente all'aperto con il piano che conclude la salita, le gambe sembrano riprendere vigore quando la chiesetta di Arzo chiama a sé o forse è il fragoroso tifo di quella zona che fa dimenticare tutta la fatica. La discesa, molto ripida e tecnica all’inizio, successivamente si fa meno impegnativa e si sviluppa lungo un tratturo che serpeggiante si distende, spiana e discende fino ai Bellini. Ciottolati, sterrati sconnessi e lisci si susseguono con continuità, brevi intervalli fra i tornanti si alternano a tratti rettilinei e veloci, una porzione di Vanoni decisamente spumeggiante. Ai Bellini anche il percorso femminile, dopo un nervoso sentiero nel bosco, si allinea a quello maschile. La strada diventa cementata, larga, veloce ed in pochi secondi e quattro tornanti si è già al Tempietto. Lo si fiancheggia per poi imboccare la porzione di asfalto e lanciarsi subito nella velocissima e morbida sterrata che conduce al piano finale. Sette, ottocento metri asfaltati facili e poco impegnativi, ma il conto che il Vanoni presenta è sempre alto, sono certo che molti atleti non di primissimo livello cederebbero facilmente alla richiesta delle gambe di fermarsi e camminare un poco, se non fossero sostenuti dal continuo incitamento del numerosissimo pubblico.

TUTTI I MODI PER ESSERE PROTAGONISTA AL TROFEO VANONI:

 

  • COME ATLETA: le iscrizioni chiudono venerdì alle ore 12.00 e si gareggia alle ore 9.00 Minivanoni, alle ore 11.00 Vanoni femminile, alle ore 14.00 Trofeo Vanoni a staffetta

  • COME SPETTATORE SUL PERCORSO: consigliate le “fan zone” al Tempietto, ad Arzo, al “salto”, in via Vanoni

  • COME SPETTATORE DA CASA: seguite la diretta streaming su www.trofeovanoni.it e la cronaca live su Facebook e Instagram



24/10/2019