Mascherina dannosa ? 1° Parte

Allenarsi con la mascherina senza diventare vittime… del complotto!

A cura del Dott. Pierluigi De Pascalis

Indossare una mascherina, ed eventualmente allenarsi, non comporta alcun rischio di respirare anidride carbonica, di finire in acidosi, in ipercapnia e men che meno di sviluppare il cancro.

Ci si trova in un periodo storico caratterizzato da enormi paradossi fra questi quello di disporre, come mai nella storia, della possibilità di accedere con rapidità e semplicità ad un alto numero di informazioni tecnico-scientifiche che anche solo 20 anni fa era impensabile avere.

Tuttavia sempre più spesso si preferisce acquisire passivamente informazioni errate. Anche le risorse della divulgazione piuttosto che essere impegnate nel diffondere concetti scientifici nuovi, divengono attive nell'ingrato tentativo di arginare la disinformazione, porre rimedio a quelle che prima dei social erano definite "leggende metropolitane", e oggi sono denominate fake news.

Una volta erano un numero contenuto, sempre le stesse, non creavano grandi danni e soprattutto non ne creavano ad altri, talvolta avevano quasi un effetto educativo, potevano essere un deterrente quando si raccontava di quel cugino che si era risvegliato tutto sudato e senza qualche organo dopo essere stato adescato in discoteca, altre volte avevano ricadute solo su chi abboccava, chi ha buona memoria ricorderà dei CD messi sul lunotto posteriore delle auto per evitare le multe con gli autovelox.

Credere che le mascherine siano dannose senza la premura di studiare per accertarsene crea danni a se e agli altri, diffondere tale notizia per il desiderio di visibilità, per la voglia di ricevere click e like è invece un atteggiamento banditesco e vantaggioso solo per se stessi.

Chi si incarica di studiare e divulgare, pur apportando benefici per sé e per gli altri, sarà sempre una netta minoranza.

Oggigiorno la diffusione delle fake news è sempre più un problema preoccupante, perché porta le persone a comportamenti che sono lesivi non solo per loro stessi, ma che compromettono anche la salute degli altri.

I social network ne sono un amplificatore formidabile che sfrutta il diffuso analfabetismo funzionale, l'incapacità di ragionamenti complessi, e il desiderio di sentirsi competenti malgrado non si abbiano strumenti per esserlo, ma si sia solo offuscati dalla propria distorta percezione delle cose.

Si confonde il diritto di pensiero e di opinione con la pretesa di verità scientifica, e nascono in continuazione teorie del complotto fomentate ad arte da professionisti della disinformazione, talvolta perfino con un bagaglio di studi importante ma che, avendo fondamentalmente fallito nella propria carriera scientifica, si accontentano di essere paladini dei complottisti.

Così al grido di "meglio primi in Gallia che secondi a Roma", preferiscono essere venerati da un pubblico di persone prive competenze, che essere magari tra i tanti esperti seri in un settore, pur senza la visibilità che la teoria del complotto fornisce. In questo clima medioevale, in cui quando non si comprende un concetto piuttosto che studiarlo si preferisce "avere un'idea", non si va alla ricerca dei dati reali, ma si gioisce della condivisione di una notizia, pur inattendibile, che con un titolo ad hoc sembra confermarla.

Tra le più recenti fake news emerge senza dubbio quella che correla l'uso dei DPI, come le mascherine chirurgiche, a rischi per la salute che variano dai capogiri sino ad arrivare all'ipotesi che possano provocare il cancro.

n un Paese in cui la scuola dell'obbligo non avesse smesso di funzionare ormai da tempo, relegata a luogo di intrattenimento dei più giovani per lasciare il tempo necessario agli adulti di fare le storie su Instagram, sarebbe bastata una analisi empirica della questione.

Senza neppure scomodare la scienza si sarebbe convenuto che medici chirurghi, infermieri, dentisti, carrozzieri, tecnici di laboratorio, e interi popoli come quello Giapponese (che lo fa dal dopoguerra), adottano regolarmente l'uso della mascherina senza per questo registrare in nessun caso un aumento delle morti o dell'incidenza del cancro.

Del resto nessun medico accetterebbe un rischio che nessuno meglio di tale professionista conosce, così come è facilmente verificabile che il Giappone sia tra le terre col maggior grado di longevità.

Questa semplice analisi empirica sarebbe bastata a chiudere la questione, ma non è evidentemente stata fatta, e in modo preoccupante si è preferito diffondere notizie allarmanti.

E' bene quindi provare a fare chiarezza utilizzando dei dati scientifici, pur con il timore che in pochi si addentreranno nella loro lettura, probabilmente coloro che non ne hanno bisogno.

Seconda Parte - Indossando una mascherina respiriamo anidride carbonica?


Dott. Pierluigi De Pascalis

Laureato Magistrale in Scienze Motorie, laureando Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana

Responsabile della formazione e divulgazione scientifica di NonSoloFitness.

Professore a contratto presso l’Università degli studi di Foggia.

(pierluigi@depascalis.netwww.depascalis.net).


12/10/2020